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Fabriano

ORIGINI E STORIA

 

Il toponimo “Fabriano”, menzionato per la prima volta nell’anno 1040 nelle Carte di San Vittore, si è prestato nel tempo a varie interpretazioni da parte degli storici. L’ipotesi più attendibile, afferma che il nome trae origine dal termine gentilizio romano “Faberius”, proprietario del fondo su cui sorsero i primi castelli medievali.  Fabriano è universalmente riconosciuta come la città della carta e dal 2013 Città Creativa Unesco. Terra di pittori, fabbri e mastri cartai ha saputo preservare gli antichi mestieri, valorizzando un ricco patrimonio storico-artistico. La città si formò in età tardomedievale, anche se ci sono testimonianze di nuclei abitativi risalenti alla preistoria e poi all’età romana.

Un ruolo fondamentale ebbero le prime botteghe artigianali, fiorite nel XII secolo e le antiche gualchiere dei Mastri Cartai assunsero un ruolo da protagonista.

Fontana sturinalto, foto di Maurizio Cimarra
Fontana sturinalto, foto di Maurizio Cimarra
Museo della Carta, foto di Maurizio Cimarra
Museo della Carta, foto di Maurizio Cimarra
Cacciano, foto di Maurizio Cimarra
Cacciano, foto di Maurizio Cimarra

PERCORSO CONSIGLIATO

PERCORSO CONSIGLIATO

Una tappa imprescindibile quando si giunge a Fabriano è la visita al Museo della Carta e della Filigrana, istituito nel 1984 nel complesso monumentale dell'ex convento di S. Domenico. Nel costo del biglietto è inclusa la visita guidata, durante la quale si può assistere dal vivo alla produzione della carta ed è possibile, inoltre, effettuare laboratori didattici di produzione a mano della stessa. Da poco è stato riaperto il Museo della “Civiltà della Scrittura”, sezione distaccata del Museo della Carta, che propone un ampio panorama del

percorso compiuto dalla stampa nelle sue tappe fondamentali. Prosegue il percorso verso il Monastero di San Benedetto, fondato nel 1244 da S. Silvestro Guzzolini ed ancora oggi dipendente dalla comunità del Monastero di Monte Fano. L’interno della chiesa, che presenta un’unica navata è sicuramente di grande impatto per la ricchezza decorativa, che fa di S. Benedetto uno dei più felici esempi di arte barocca in città.

Adiacente alla chiesa di S. Benedetto, sul lato sinistro, si trova l’Oratorio del Gonfalone, edificato tra il 1610 e il 1636 dall’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma. L’esterno è piuttosto spoglio, ma al suo interno sorprende la decorazione barocca e il soffitto ligneo a cassettoni intagliati e dorati con temi dedicati all’Assunzione della Vergine.

Con l’istituzione del Biglietto Unico per visitare i Musei Civici di Fabriano, è compresa anche la visita alla Pinacoteca Civica Bruno Molajoli, ospitata in una struttura architettonica di metà Quattrocento, conserva una collezione storica che copre un arco temporale molto ampio, dalla metà del XIII al XVIII secolo, con un focus particolare sul Trecento fabrianese e la scuola di Allegretto Nuzi. Dal 2015 fa parte della collezione anche "La Casa di Ester", lascito testamentario di Ester Merloni alla Città di Fabriano, con una collezione dei maggiori avanguardisti della metà del XX secolo. Di fronte alla Pinacoteca si erge la Cattedrale di san Venanzio, che dal 1253 divenne la principale chiesa di Fabriano. Degne di nota sono le cappelle della Santa Croce e di S. Giovanni Evangelista, con affreschi di Giovanni di Corraduccio nella prima e del Maestro di S. Verecondo e Allegretto Nuzi nella seconda.

Dirigendosi per Via della Ceramica 37, si arriva al Museo dei Mestieri in Bicicletta, una raccolta di biciclette d’epoca provenienti da tutta Italia, dagli anni ‘10 agli anni ‘70 del Novecento: uno spaccato dell’Italia d’altri tempi e di molti mestieri dimenticati. Scendendo lungo Corso della Repubblica si giunge in Piazza del Comune, la Piazza principale della Città, centro civile e politico sin dal medioevo, dominata da quattro monumenti pubblici: il duecentesco Palazzo del Podestà, il Palazzo Vescovile, il Palazzo Chiavelli e, al centro della stessa, si staglia la fontana “Sturinalto”, cosiddetta per il suo imponente getto, eretta nel

1285 da Jacopo del Grondolo, su modello di quella perugina realizzata dai fratelli Pisano.

Alle spalle del Palazzo Chiavelli è possibile ammirare il Teatro intitolato a Gentile da Fabriano, presenta una facciata in stile neoclassico e un’ampia sala a ferro di cavallo caratterizzata da quattro ordini di palchi ed un pregevole sipario, opera del bolognese Luigi Serra. Sul lato sinistro della piazza, l’imponente loggiato di San Francesco, ricostruito nel Seicento su un portico quattrocentesco, offre una bella visuale della scenografica piazza del Comune. Percorrendo il loggiato si raggiunge l’Oratorio della Carità, decorato alla fine del XVI secolo con un prezioso ciclo affrescato dall’artista manierista urbinate Filippo Bellini, raffigurante le opere di misericordia corporale e spirituale. Di fronte il Museo Guelfo, che costituisce un raro esempio di opere d’arte grafica di grandi maestri internazionali moderni e contemporanei ed opere dell’artista surrealista fabrianese Guelfo Bianchini.

Scendendo dall’Oratorio, si arriva in Piazza Manin che ospita la chiesa abbaziale benedettina dei SS. Biagio e Romualdo, un pregevole esempio di stile tardo barocco in città con l’organo di Gaetano Callido. Proseguendo lungo via le Povere ed incrociando via Gentile è possibile ammirare la Chiesa di Sant’Onofrio o Scala Santa, molto cara alla devozione fabrianese in quanto conserva frammenti della Scala Santa di Roma. Dirigendosi nella zona dove anticamente erano ubicate le concerie, si erge il Polo Museale Zona Conce che ospita al proprio interno il museo dedicato agli artisti fabrianesi Edgardo Mannucci e Quirino Ruggeri, con sculture, pitture, grafiche e gioielli.

Cripta San Romualdo, foto di Maurizio Cimarra
Cripta San Romualdo, foto di Maurizio Cimarra
Complesso Buon Gesu', foto di Fabriano Turismo
Complesso Buon Gesu', foto di Fabriano Turismo
Fontana Sturinaldo, foto di Maurizio Cimarra
Fontana Sturinaldo, foto di Maurizio Cimarra
Chiostro San Benedetto, foto di Delfo Pozzi
Chiostro San Benedetto, foto di Delfo Pozzi
Museo della Carta, Foto di Delfo Pozzi
Museo della Carta, Foto di Delfo Pozzi
Museo della Carta, foto di Delfo Pozzi
Museo della Carta, foto di Delfo Pozzi
Museo della Carta, foto di Delfo Pozzi
Museo della Carta, foto di Delfo Pozzi
Cacciano, foto di Maurizio Cimarra
Cacciano, foto di Maurizio Cimarra
Museo della Carta, foto di Maurizio Cimarra
Museo della Carta, foto di Maurizio Cimarra
Scala Santa, foto di Maurizio Cimarra
Scala Santa, foto di Maurizio Cimarra

FUORI DALLE MURA

Incamminandosi verso il quartiere del Piano, percorrendo viale IV novembre, è possibile ammirare le antiche vestigia del passato: l’imponente Torrione di san Lorenzo, il ponte san Lorenzo che anticamente collegava il municipio di Attidium a quello di Sentinum, l’ex cartiera Chiavelli in cui sono visibili tratti dell’antica struttura e l’antichissima chiesa romanico-gotica di S. Lorenzo nei pressi della storica sede delle Cartiere Miliani. Poco distante da essa, situata alle porte di Fabriano e sede di un antico ospedale agli inizi del Trecento, si erge la chiesa di S. Maria Maddalena che conserva al suo interno notevoli affreschi trecenteschi del Maestro di Campodonico e una grandiosa pala d’altare databile intorno al 1615, opera di Orazio Gentileschi, raffigurante S. Maria Maddalena penitente. A pochi chilometri di distanza da Fabriano, alle pendici del Monte Maggio, sull’Appennino, si trova il borgo di Cacciano, noto per i suoi murales artistici che arricchiscono le facciate delle case del paese con soggetti legati alla natura, al mondo animale e scene di vita contadina di personaggi, fieri di vivere tra le montagne marchigiane.