Il museo espone i capolavori dell'antica chiesa di san Clemente, vero scrigno di arte e di storia che sorge nel cuore del castello. In attesa dell'urgente restauro dell'edificio, i beni mobili sono allestiti nel Palazzo Pubblico, eretto dal papa della Genga. Il percorso racconta i sentimenti religiosi della comunità, i modelli sociali, i ritmi e gli oggetti della devozione quotidiana. Si sofferma sulle opere di Antonio da Fabriano, straordinari capolavori del Rinascimento marchigiano. Presenta un personaggio storico di grande rilievo: Annibale della Genga, papa nel 1823 con il nome di Leone XII, molto legato al paese natale.
Il museo valorizza il patrimonio artistico diffuso nel borgo. La chiesa di san Clemente, in primis, da restaurare per restituire al contesto originario le opere d'arte che per quello spazio sono nate, 500 anni fa. La chiesa nuova, con le sue pale d'altare rinascimentali e barocche e lo splendido organo. Tutto il castello, costruito su basamenti di roccia rosata a dominare strategicamente il valico di passaggio. Il museo presenta ora una sua prima configurazione, che potrà in futuro svilupparsi con l'allestimento della pregevole collezione di vasi sacri e dell'archivio storico, le carte della memoria, al momento non esposti per mancanza di spazio.
SALA 1
GLI OGGETTI E LA FEDE
Gli oggetti raccontano la storia degli uomini che un tempo li hanno prodotti e che quotidianamente li hanno usati nel corso dei secoli. Dipinti, sculture e oggetti liturgici condensano i sentimenti religiosi della comunità, i modelli sociali, i gesti e i ritmi della devozione. Il coinvolgimento del fedele è innescato dalla più elementare delle raffigurazioni, una mamma con il suo bambino, immagine che appartiene alla memoria familiare di ognuno di noi. è la Madonna che accoglie in grembo Gesù, Dio fattosi uomo. Il senso di appartenenza dell'individuo e della comunità si esprime nel pubblico di spettatori che compare nelle scene sacre: i pastori per primi chiamati ad assistere alla nascita di Gesù, i santi ai piedi della crocifissione. Nelle figure dei santi il fedele si identifica, trovando dei modelli di comportamento e delle storie esemplari, per orientare ogni aspetto della propria vita alla luce della fede. La sofferenza dei martiri, lo studio dei Padri della Chiesa, l'estasi dell'esperienza mistica mediano il passaggio dalla realtà terrena a quella spirituale. "Avere un santo in Paradiso" è importante, perché i santi intercedono per il fedele presso Dio e lo difendono contro il male, il pericolo e le malattie.
SALA 2
ANTONIO da FABRIANO
Intorno alla metà del Quattrocento Antonio da Fabriano segna il punto di svolta tra il Gotico Internazionale e il Rinascimento. La sua pittura si forma a contatto con i maestri fiamminghi attivi nel nord Italia, a Genova, dove è documentato tra il 1447 e il 1448. Rientrato nelle Marche, Antonio si apre alle novità rinascimentali, sviluppate sull'esempio di Piero della Francesca, dalla scuola di Camerino. Essenziale il riferimento a Gentile da Fabriano: non è la vincolante lezione di un maestro o l'appartenenza ad una scuola, bensì un esempio altissimo, studiato, rispettato e interpretato, in piena autonomia, mutuando la sensibilità della pennellata, la ricchezza della materia pittorica e la morbidezza delle ombre caratteristiche dell'illustre conterraneo. Sono qui esposte due tra le sue opere più significative, realizzate per l'antica pieve di san Clemente: lo stendardo a due facce che accompagnava le processioni e il trittico dipinto per l'altare maggiore.
SALA 3
IL PAPA DELLA GENGA
Annibale dei conti della Genga, papa dal 1823 al 1829 con il nome di Leone XII, nasce il 22 agosto 1760 nel piccolo borgo fortificato che dal XI secolo è feudo della sua famiglia. è gradevole di aspetto, appassionato cacciatore, molto colto e amabile nella conversazione. Percorre con successo la carriera ecclesiastica e diplomatica: cameriere segreto e canonico di san Pietro, arcivescovo di Tiro, nunzio apostolico a Colonia e a Monaco di Baviera, nunzio straordinario in Francia alla caduta di Napoleone, cardinale e vescovo di Senigallia, Prefetto della Congregazione dell'immunità ecclesiastica e cardinale vicario di Roma. L'elezione al soglio pontificio dell'autorevole figura del cardinale della Genga, il 28 settembre 1823, risolve un conclave difficile, nel quale si fronteggiano le opposte tendenze degli zelanti e dei riformisti, appoggiate rispettivamente dall'Austria e dalla Francia. Il suo governo è improntato al desiderio di risveglio spirituale, con la coraggiosa indizione dell'Anno Santo del 1825, allo sforzo di riorganizzazione centralizzata dello stato, alla lotta contro il brigantaggio e alla qualificazione delle relazioni internazionali. Dopo poco più di cinque, intensi, anni di pontificato Leone XII muore il 10 febbraio 1829.
SALA 4
LA GENGA DEL PAPA
Il legame di Leone XII con la sua terra di origine si conserva saldo e intenso nel corso della sua vita, malgrado le distanze e i tempi imposti dagli incarichi della carriera. Quando, a seguito dell'instabilità politica e delle incomprensioni della Curia, Annibale della Genga si ritira dagli impegni mondani, il suo rifugio è a Monticelli, una piccola abbazia presso Genga. Progettando di concludervi la propria vita, vi stabilisce la tomba e ne detta anche l'epigrafe. La tomba rimarrà vuota, perché la storia muta il suo corso: è richiamato a Roma, nominato cardinale e di lì a poco eletto pontefice. Nel territorio rimangono le tracce di questo legame: la strada di collegamento con Fabriano; il Tempio neoclassico della Madonna di Frasassi, all'interno di una grotta; il restauro della chiesa dell'Assunta; la costruzione del Palazzo Pubblico, dove ora si trova il museo, lasciato interrotto a causa della sua morte. Le opere qui esposte - i paramenti e il calice - sono preziose testimonianze di tale affettuosa e discreta attenzione nei confronti della propria terra d'origine.
TARIFFE e ORARIO DI APERTURA MUSEO DI GENGA
TARIFFE e Orari
Informazioni Telefono 0732-90090 - 0732-90080