GENGA

Presepio vivente

Il giorno 26 dicembre e il giorno dell'Epifania si rinnova a Genga la rappresentazione del presepio vivente. Il luogo utilizzato, per la natura del paesaggio particolarmente modulato e singolare, comprende tutta l'area che inizia con la via di accesso fino alla Grotta del Santuario. Lungo la Gola di Frasassi, in uno scenario ideale e straordinario, prendono posto oltre 200 figuranti che, indossati costumi originali e autentici, riflettono le immagini della Natività. Forse anche per la forza suggestiva del panorama rupestre, è stato reputato dalla critica nazionale uno dei più importanti e suggestivi presepi viventi allestiti. Al fine di consentire l'afflusso e il deflusso ordinato dello straordinario numero di visitatori, nell'occasione la Gola viene chiusa al traffico automobilistico per tutta la durata della figurazione e appositi mezzi pubblici assicurano il trasporto fino al Presepio. Appena la via che conduce al tempio della Grotta comincia ad inerpicarsi, a sinistra, celate fra cespugli del bosco, sono localizzate le prime figure di pastori e le espressioni di vita lavorativa della Palestina. La "narrazione" è una esposizione viva, palpitante; le arti e i mestieri sono effettivamente tradotti nella realtà sino alla cottura e distribuzione del cibo a quanti ne gradiscono l'offerta spontanea. Avanzando nell'ascesa, si incontrano capanne e abitazioni animate da personaggi compresi interamente nell'attività del ruolo assegnato e distinti da foggie artistiche, multiformi e composite. Più in alto, in prossimità della grotta, quando il percorso diventa meno impervio, si accentuano la concitazione della folla e il desiderio di giungere all'arrivo.

Intanto alla parte opposta, nel versante oltre il fiume, in un picco inaccessibile della montagna, le cornamuse diffondono nell'aria le melodie del Natale che raggiungono ogni remoto spazio della Gola e caricano l'aria di una gioia solenne che contagia e invita tutti alla festa. Prima di giungere al recesso del tempio, "soldati romani" in pied-arm presidiano l'accesso e porgono il benvenuto ai visitatori meravigliati e ammirati. Introdotti sotto la volta della roccia, la vista volge a sinistra per scoprire una lunga schiera di angeli: bambini disposti in fila e allineati secondo una progressione di età e di altezza discendono dal buio di una grotta per raggiungere la capanna della natività. D'intorno, l'ambiente è "cesellato" di protagonisti di ogni età che, con sincera passione e slancio, accettano ruoli e funzioni dissimili fra loro ma integrati dalla identica vocazione affettiva. Si conta che il presepio illustri quasi tutti i mestieri usuali di quel tempo e ciascuno viene riprosto con i metodi dell'arte primitiva di allora. Nell'estremità del luogo, una capanna naturale di pietra calcarea accoglie la rappresentazione della natività; una scena viva, un bambino di carne palpitante riscaldato ancora dall'asino che, ad onta di ogni umana intolleranza, ostenta sempre una cattività paziente e rassegnata. Quando scendono le ombre della sera si accendono le luci delle torce sospese su tutto il percorso le cui fiamme, rese tremolanti dal vento della notte, aggiungono fascino e poesia ad un evento straordinario che mantiene sempre intatto il mistero di Dio diventato Bambino sulle strade del mondo.

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